La ricerca artistica di Maurizio Tittarelli Rubboli si sviluppa nell’ambito di una tecnica molto specifica della ceramica, la maiolica a lustro, trattata in modo libero e sperimentale, impiegata in forma espressiva in ogni singolo pezzo, ma al contempo inserita in installazioni di natura concettuale, dal sapore ironico e dall’accento poetico. Per comprendere l’esclusività del lustro come strumento creativo, dobbiamo risalire alle radici storiche di tale scelta.
L’artista è l’erede di una tradizione prestigiosa, la manifattura Rubboli di Gualdo Tadino, fondata nel 1873 da Paolo Rubboli – suo bisnonno – e attiva fino ad oggi. La sua storia familiare è indissolubilmente legata alla pratica del lustro, come specialità, segreto di bottega, esito sorprendente di misture dall’origine alchemica, tramandata di padre in figlio.
Dalla ricostruzione della storia della famiglia, attraverso lo studio dei documenti e la raccolta di memorie orali, è passato al recupero delle ricette della bottega Rubboli e all’uso del forno a muffola, riuscendo a padroneggiare l’arte del terzo fuoco così come descritto da Cipriano Piccolpasso nel suo manoscritto del 1558 dal titolo Li Tre Libri dell’Arte del Vasaio.
L’antico opificio Rubboli è oggi un museo, proprio per iniziativa del suo discendente e in quel luogo l’artista ha adibito una delle muffole ottocentesche alla realizzazione di opere a lustro. L’esperienza pratica e l’indagine tecnica lo hanno condotto a intraprendere un percorso artistico autonomo che si avvale di esemplari a riflessi metallici, nelle varianti a terzo fuoco e in vernice. L’orientamento estetico perseguito nelle opere installative dall’artista, risulta di natura piuttosto concettuale, ma ciò non gli impedisce di riservare una cura straordinaria all’esecuzione dei singoli pezzi, raggiungendo livelli di rara qualità nella resa del lustro. La perfezione formale è una conditio sine qua non nel suo lavoro e in questo dimostra di seguire la tradizione di famiglia.
Inoltre la scelta dei colori in ogni pezzo assume una decisa connotazione simbolica che può variare nei diversi contesti. La forma trova così corrispondenza e sintonia con il senso concettuale dell’opera.
È interessante notare come ogni pezzo presenti un carattere strutturale pronunciato, non rinnegando l’origine funzionale dell’oggetto. Ciotole, scatole, vasi, perdono il proprio valore pratico per assumere nuova energia creativa.
Marinella Caputo